focus pneumatici fuori uso
La problematica degli pneumatici fuori uso è sempre più attuale nel nostro Paese. Per questo motivo molte aziende del settore hanno aderito ai consorzi per il recupero e lo smaltimento dei PFU. Noi che siamo esperti di gomme piene dei carrelli elevatori, ci siamo ulteriormente specializzati in questa tipologia di smaltimento.
SAPER DISTINGUERE I PFU
E’ vero, gli pneumatici fuori uso (PFU) sono categorizzati sotto un unico codice CER, il 160103. Diventano rifiuti quando hanno raggiunto il limite di utilizzo per il quale non sono più in grado di svolgere la loro attività in sicurezza.
Di questa categoria fanno parte anche le gomme piene fuori uso dei carrelli elevatori che hanno tuttavia una composizione differente rispetto alle gomme pneumatiche tradizionali, come ad esempio quelle da autovettura e autocarro. Le gomme piene, infatti, non hanno camera d’aria all’interno ma sono completamente costituite da gomma vulcanizzata.
SPECIALISTI NELLE GOMME PIENE
Si parte, infatti, da una base di caucciù, ovvero gomma naturale, la quale viene mescolata con zolfo e nero fumo e in seguito vulcanizzata ad alte temperature per un dato periodo di tempo. Il risultato è una gomma piena, detta altrimenti “superelastica”. E’ proprio questa caratteristica che la rende fondamentale per i carrelli elevatori. Si tratta infatti di una gomma che è in grado di sostenere carichi importanti per svariate ore di lavoro senza le limitazioni di una gomma pneumatica; una su tutte è la foratura, che comporterebbe il fermo macchina, oppure la perdita di pressione, con il conseguente rischio di perdita del carico.
CHE FINE FANNO I PFU
Essendo gomme diverse dagli pneumatici tradizionali, anche il metodo di trattamento post vita lavorativa è differente.
Una volta raggiunto il limite di usura totale, oltre il quale le gomme piene non sarebbero più in grado di sostenere in sicurezza il carico del carrello elevatore, queste vengono scartate. Le leggi hanno stabilito che queste ruote possiedono della materia prima riutilizzabile. Ecco che la nostra Azienda si è immediatamente attrezzata per rispondere alla necessità di smaltire le gomme piene fuori uso dei carrelli elevatori.
I CONTI TORNANO?
Certo, i numeri non sono impressionanti come quelli che riguardano le gomme pneumatiche (es. autovettura e autocarro) con 25 milioni di copertoni smaltiti all’anno dai vari consorzi, pari a circa 400 mila tonnellate. Il dato da sottolineare non è tanto le circa 2mila tonnellate di gomme piene fuori uso da carrello elevatore lavorate dal nostro impianto ogni anno ma il fatto che il 100% del materiale prodotto venga riutilizzato come materia prima, non come energia. Si, perché delle circa 400mila tonnellate annue di PFU, ben il 45% viene usato per produrre energia. Invece, le gomma piene fuori uso delle quali ci facciamo carico sono un bene prezioso. Grazie al suo elevato contenuto di caucciù, che è la “base” per fabbricare le gomme piene dei carrelli elevatori, il materiale prodotto dalla lavorazione di queste ruote è ideale per essere riutilizzato come materia prima.
NON CHIAMATELO RIFIUTO
Con l’atto n. 209 del 15/3/2017, rilasciato dalla provincia di Cremona alla nostra Azienda, il prodotto derivato dalla lavorazione delle gomme piene fuori uso da carrello elevatore non è più considerato un rifiuto ma una materia prima. Questo amplia decisamente le prospettive di mercato per un prodotto riutilizzabile che taglia drasticamente il consumo di materie prime originarie.
Continuate a seguirci! Nei prossimi articoli vedremo in dettaglio alcune applicazioni dei prodotti derivati dallo smaltimento delle gomme piene fuori uso.
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